Nel 1819, anno della morte di Tommaso
Natale, il Regno delle Due Sicilie promulgò
il nuovo codice penale dove erano riportate
quelle riforme da lui sostenute.
CONTENUTO
Pubblicato nel 1764 ma già diffuso nel 1759, il testo auspicava un profondo rinnovamento nell’ambito del sistema di diritto penale. Nello scritto Natale anticipa quelle tematiche che, pochi anni più tardi, sarebbero state al centro di Dei delitti e delle pene di Cesarare Beccaria. Lo studioso siciliano, infatti, immaginava – attraverso una visione utilitaristica del diritto penale – un sistema sanzionatorio dal volto più umano, contrario alla tortura. Partendo dal presupposto che la severità e la frequenza delle sanzioni non contribuivano a far diminuire i delitti, Natale ipotizzò che, per essere efficaci, bisognava saper “adattare e dispensare” le pene. La punizione, infatti, non doveva essere una sanzione diretta contro il reo, bensì doveva difendere la società attraverso la prevenzione e la repressione dei comportamenti criminosi nocivi per la comunità.
AUTORE
Tommaso Natale (Palermo, 1733 – 1819), filologo, politico, giurista e poeta. Personalità brillante, fu uno dei massimi esponenti della cultura siciliana dell’epoca e dell’illuminismo italiano. Il suo pensiero ebbe notevoli punti di contatto con quello di Cesare Beccaria.
DESTINATARI
Pubblico generalista, con particolare riferimento agli studiosi di filosofia, giurisprudenza e religione.
Editore:
ECRA EDIZIONI
Pagine:
100
Pubblicazione:
2023
ISBN:
9788865584958